Ivrea ha realizzato un modello alternativo e unico di città industriale basato su un sistema sociale e produttivo ispirato alla comunità. Il concetto di comunità racchiude in sé valori umani, ambientali e architettonici che hanno fatto di Ivrea la città industriale per eccellenza del XX secolo.
Un modello di lavoro, un modello di vita che fanno coesistere armonicamente lo spazio economico-produttivo e quello sociale.
La candidatura è costituita dall’ insieme delle realizzazioni collegate al progetto culturale e industriale di Adriano Olivetti. Ivrea, città industriale del XX Secolo, mette bene in evidenza come la costruzione fisica di uno spazio urbano sia stata il frutto di una concezione basata su un sistema sociale e produttivo innovativo ispirato alla “comunità”, le cui radici si trovano nel pensiero filosofico del personalismo di Emmanuel Mounier e di Jacques Maritain di cui Adriano Olivetti era permeato.
Nel periodo che va dal 1930 alla morte di Adriano Olivetti, nel 1960, Ivrea diviene il fulcro delle più avanzate riflessioni in campo industriale e socio-economico, architettonico e urbanistico. Il pensiero olivettiano si manifesta in un insieme eccezionale di edifici per l’industria e per i servizi sociali di straordinaria qualità, secondo un modello di sviluppo alternativo a quello tradizionale. Le politiche sociali costituiscono i presupposti delle opere di architettura moderna (che traducono quei concetti in manufatti) e dei piani urbanistici che ridisegnano la città e il suo contesto territoriale.
Architettura d’innovazione
Le architetture urbane – edifici, impianti, abitazioni, servizi, percorsi e luoghi di ritrovo – sono state pensate in modo armonico e funzionale e sono un esempio eccezionale della qualità della soluzione proposta e delle modalità di attuazione.
Il modello di Città Industriale del XX Secolo trova il suo fulcro lungo l’asse di via Jervis, dove si verificano significative trasformazioni urbane e territoriali che vedono coinvolti architetti e urbanisti con un disegno ampio di progettazione della città.
Si parte dalle originarie Officine Olivetti del 1896 per passare ai successivi ampliamenti e collegamenti sorti fra il 1939 e il 1962, agli edifici che ospitavano il Centro Studi e Esperienza e la Centrale Termoelettrica, a quelli della mensa, dei servizi sociali e dell’asilo nido, alle case del Borgo Olivetti e del Quartiere Castellamonte, ai due Palazzi Uffici, e all’Unità Residenziale di Ivrea Centro.
Le zone d’eccellenza
Due zone d’eccellenza che meritano l’attenzione dell’Unesco e l’attestato di valorizzazione.
L’ AREA DI ISCRIZIONE
L’ area candidata all’ iscrizione è composta da un insieme urbano e architettonico caratterizzato da 42 edifici, progettati dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento. Essi hanno i requisiti di autenticità e integrità, avendo conservato in modo sostanziale sia i caratteri architettonici dei diversi progetti originari sia gli spazi esterni, che fanno parte integrante dell’ originalità dei progetti stessi. Gli edifici sono rimasti immutati per forma, struttura, materiali. La proprietà di questo patrimonio architettonico è quasi esclusivamente privata e in mano a Fondi di investimento finanziario. E’ un’ area sufficientemente estesa da permettere la lettura della città industriale di Ivrea. La permanenza delle funzioni permette ancora oggi di leggere i progetti e le realizzazioni che hanno dato concretezza nel tempo a questo modello industriale/urbano del tutto inedito .
L’ AREA TAMPONE
L’ area tampone è un importante strumento per la conservazione dei beni e dei valori rappresentati dall’ area di iscrizione ed è una componente essenziale della strategia di protezione. Nel caso di Ivrea l’ area tampone si estende… e comprende
Ivrea,modello unico ed eccezionale di Città Industriale
La candidatura Unesco di “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” mira al riconoscimento di una tradizione di ingegno, operosità e savoir-faire dell’ intero mondo occidentale. Ma è anche una candidatura che si differenzia da altri siti analoghi presenti nella lista del Patrimonio Mondiale, ascrivibili a tre gruppi: company town (come Crespi D’ Adda); comunità industriali (Salins les Bains e New Lanark), paesaggi industriali (Derwent Valley Mills).
Ivrea è una risposta alternativa e di eccezionale qualità ai quesiti posti dall’ evolversi rapido di processi di industrializzazione. E’ un progetto in cui le politiche sociali innovative costituiscono i presupposti delle opere di architettura moderna, che traducono quei concetti in manufatti, e dei piani urbanistici che ridisegnano la città ed il suo contesto territoriale.
Ivrea città industriale del XX secolo non è una company town, perchè non viene realizzata ex novo secondo un univoco sistema città-fabbrica, ma si innesta in un tessuto urbano e lo integra in un arco temporale di 30 anni.
Non è nemmeno paragonabile alle comunità industriali utopiche e filantropiche, perchè è la realizzazione concreta e non utopica di un progetto economico e sociale reale che permette uno sviluppo industriale esemplare per tutta la seconda metà del Novecento.
Infine, non è nemmeno un paesaggio industriale, perchè è il risultato della convivenza del processo di industrializzazione della città con i processi di produzione agricoli, in cui si innesta anche un originale progetto di decentramento industriale nel territorio circostante.
Insieme per la candidatura di Ivrea
È nel 2008, su iniziativa del Comune di Ivrea e della Fondazione Adriano Olivetti, che nasce l’idea di proporre la candidatura di “Ivrea Città Industriale del XX secolo”. Da quel momento in poi ha preso vita il progetto che ha visto una tappa importante nel maggio 2012 con l’ iscrizione della proposta nella lista propositiva nazionale (Tentative List) Unesco.
Da allora il Comune di Ivrea, il Ministero dei Beni e delle attività culturali e turistiche, insieme con la Fondazione Adriano Olivetti e la Fondazione Guelpa, stanno lavorando alla predisposizione del dossier di candidatura e si è dato inizio al complesso lavoro di predisposizione del Piano di gestione con l’ obiettivo di concludere quanto prima.
Che cosa significa Patrimonio Mondiale
Il Parco Nazionale di Serengeti in Africa Orientale, le Piramidi d’Egitto, la Grande barriera australiana, le cattedrali barocche dell’America latina, Venezia e la sua laguna, i Paesaggi vitivinicoli piemontesi di Langhe-Roero-Monferrato: che cosa li accomuna? Sono alcuni dei 1001 siti che formano il Patrimonio Mondiale dell’ Unesco. Attualmente l’ Italia è il Paese che ne ha il maggior numero (50).
L’ Unesco certifica l’ “eccezionale valore universale” e richiede la tutela e la conservazione di questi esempi unici di straordinario valore culturale e naturale, perchè possano essere trasmessi alle generazioni future.
I siti compresi nella Lista del Patrimonio Mondiale appartengono ai popoli del mondo intero, a prescindere dal territorio sul quale si trovano.
Che cosa sono le candidature dell’ Unesco e il loro iter
I paesi firmatari della Convenzione Unesco possono proporre la candidatura di nuovi siti per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. La Lista Propositiva costituisce l’elenco dei beni che uno Stato membro intende iscrivere negli anni successivi.
All’atto della richiesta di iscrizione, lo Stato membro invia al Centro del Patrimonio Mondiale il dossier di candidatura. Il Centro effettua una prima verifica in merito alla completezza della documentazione ricevuta, richiedendo eventuali integrazioni. Se la documentazione inviata soddisfa i requisiti di completezza nei termini stabiliti, viene inoltrata agli Organi consultivi per la valutazione. La decisione finale sulla iscrizione spetta al Comitato del Patrimonio Mondiale, che si riunisce una volta l’anno.
Un territorio d’eccellenza
La città di Ivrea e l’anfiteatro morenico rappresentano il contesto territoriale candidato a diventare Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Già da alcuni anni soggetti pubblici e privati stanno portando avanti azioni per la promozione turistica e culturale, anche attraverso il Piano di Valorizzazione dell’Anfiteatro Morenico, che opera su quattro direttrici: religione, natura e paesaggio, archeologia e storia, industria e comunità.
Le parole chiave della candidatura di Ivrea Città Industriale del XX Secolo a Patrimonio Mondiale sono: orgoglio, storia e appartenenza. Parole che portano impressa la speranza di un rinnovamento per le future generazioni. Ma anche la possibilità di fermare una memoria eccezionale (ultima possibilità, vista l’età dei testimoni).