Il nostro viaggio inizia nel 2008, anno delle celebrazioni del Centenario della nascita della Società Olivetti.
Il Comitato Nazionale costituito appositamente è stato promosso dalla Fondazione Adriano Olivetti in collaborazione con il Comune di Ivrea e il Politecnico di Milano. Istituito con decreto ministeriale del 20 marzo 2008, è stato finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo (MiBACT), dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione Adriano Olivetti.
Durante i quattro anni di attività, il Comitato ha consolidato la riflessione sul tema della valorizzazione del patrimonio architettonico moderno di Ivrea e, grazie anche al contributo di esperti nazionali e internazionali, è stato possibile sviluppare la prospettiva di candidare Ivrea come “Città Industriale del XX secolo” nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Nel 2009, la Fondazione Adriano Olivetti ha ricevuto l’incarico dal Comune di Ivrea di seguire la prima fase del progetto di candidatura e ha lavorato, con la collaborazione del MiBACT per ottenere l’inserimento nella lista propositiva italiana (Tentative List) dei siti candidati dall’Italia a diventare patrimonio UNESCO. Dal momento dell’inserimento della Candidatura di Ivrea nella Lista propositiva, è stato costituito, a cura dell’Ufficio UNESCO del MIBACT, un Gruppo di Coordinamento composto dalle varie articolazioni ministeriali coinvolte, da Città di Ivrea, Regione Piemonte, Provincia di Torino (poi Città Metropolitana), Fondazione Adriano Olivetti e Fondazione Guelpa.
Il Gruppo di coordinamento ha, inoltre, designato una Cabina di Regia incaricata di seguire lo sviluppo delle fasi operative della Candidatura. Nel 2016 il Dossier di Candidatura e il Piano di Gestione sono stati trasmessi dallo Stato Italiano all’Ufficio del Patrimonio Mondiale UNESCO che ne ha verificato la completezza. La valutazione da parte di ICOMOS, organo consultivo di UNESCO, è iniziata nel 2017 e, dopo la Missione di Valutazione avvenuta a fine settembre 2017, è stata richiesta una prima serie di informazioni aggiuntive.
Dopo la sessione di confronto tra alcuni rappresentanti del Gruppo di Coordinamento e i rappresentanti ICOMOS, sono state richieste ulteriori informazioni aggiuntive che sono state consegnate a fine febbraio 2018. Il primo luglio 2018, finalmente, durante la Sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale a Manama (Bahrein) “Ivrea città industriale del XX secolo” è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale.
Nel corso del Novecento, Ivrea ha realizzato un modello alternativo e unico di città industriale basato su un sistema sociale e produttivo ispirato alla Comunità. Il concetto di “comunità”, così come sviluppato da Olivetti, racchiude in sé, valori umani, ambientali e architettonici che hanno fatto di Ivrea la città industriale per eccellenza del XX secolo. Un modello di lavoro, un modello di vita che fanno coesistere armonicamente lo spazio economico-produttivo e quello sociale.
Nel periodo che va dal 1930 alla morte di Adriano Olivetti, nel 1960, Ivrea diviene il fulcro delle più avanzate riflessioni in campo industriale e socio-economico, architettonico e urbanistico.
Il pensiero olivettiano si manifesta in un insieme eccezionale di edifici per l’industria e per i servizi sociali di straordinaria qualità, secondo un modello di sviluppo alternativo a quello tradizionale.
Le politiche sociali costituiscono i presupposti delle opere di architettura moderna (che traducono quei concetti in manufatti) e dei piani urbanistici che ridisegnano la città e il suo contesto territoriale.
La candidatura nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO è costituita dall’insieme di tali realizzazioni.
La candidatura di “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” mira al riconoscimento di una tradizione di ingegno, operosità e savoir-faire dell’intero mondo occidentale. Ma è anche una candidatura che si differenzia da altri siti analoghi presenti nella Lista del Patrimonio Mondiale, ascrivibili a tre gruppi: company town (come Crespi D’ Adda); comunità industriali (Salins les Bains e New Lanark), paesaggi industriali (Derwent Valley Mills).
Ivrea è una risposta alternativa e di eccezionale qualità ai quesiti posti dall’evolversi rapido dei processi di industrializzazione. È un progetto in cui le politiche sociali innovative costituiscono i presupposti delle opere di architettura moderna, che traducono quei concetti in manufatti, e dei piani urbanistici che ridisegnano la città e il suo contesto territoriale.
“Ivrea città industriale del XX secolo” non è una company town perché non viene realizzata ex novo secondo un univoco sistema città-fabbrica ma si innesta nel tessuto urbano e lo integra in un arco temporale di 30 anni.
Non è nemmeno paragonabile alle comunità industriali utopiche e filantropiche perché è la realizzazione concreta e non utopica di un progetto economico e sociale reale che permette uno sviluppo industriale esemplare per tutta la seconda metà del Novecento.
Non è, infine, considerabile nemmeno come paesaggio industriale perché è il risultato della convivenza del processo di industrializzazione della città con i processi di produzione agricoli in cui si innesta anche un originale progetto di decentramento industriale nel territorio circostante.
Le architetture urbane – edifici, impianti, abitazioni, servizi, percorsi e luoghi di ritrovo – sono state pensate in modo armonico e funzionale e sono un esempio eccezionale della qualità della soluzione proposta e delle modalità di attuazione. Il modello di “Città Industriale del XX Secolo” trova il suo fulcro lungo l’asse di Via Jervis, dove si verificano significative trasformazioni urbane e territoriali che vedono coinvolti architetti e urbanisti con un disegno ampio di progettazione della città.
Si parte dalle originarie Officine Olivetti del 1896 per passare ai successivi ampliamenti e collegamenti sorti fra il 1939 e il 1962, agli edifici che ospitavano il Centro Studi ed Esperienze e la Centrale termica, a quelli della mensa, dei servizi sociali e dell’asilo nido, alle case del Borgo Olivetti e del Quartiere Castellamonte, ai due Palazzi Uffici, e all’Unità Residenziale Ovest.
La property è composta da un insieme urbano e architettonico caratterizzato da 27 beni tra edifici e complessi architettonici, progettati dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento. Essi hanno i requisiti di autenticità e integrità, avendo conservato in modo sostanziale sia i caratteri architettonici dei diversi progetti originari sia gli spazi esterni, che fanno parte integrante dell’originalità dei progetti stessi. Gli edifici sono rimasti immutati per forma, struttura, materiali. La proprietà di questo patrimonio architettonico è quasi totalmente privata. È un’area sufficientemente estesa da permettere la lettura della città industriale di Ivrea. La permanenza delle funzioni permette ancora oggi di leggere i progetti e le realizzazioni che hanno dato concretezza nel tempo a questo modello sociale e culturale, oltre che industriale e urbano, del tutto inedito.
Si sviluppa intorno alla Property ed è un importante strumento per la tutela e conservazione dell’Eccezionale Valore Universale. Al suo interno insistono ulteriori esempi di quella visione architettonica e socio-culturale caratteristica della Città industriale (es. i quartieri di Bellavista e Canton Vesco)
Comunicazioni di sostegno alla Candidatura
Presidente della Regione Piemonte
Sindaca della Città Metropolitana di Torino
Confindustria
Confindustria Piemonte
Confindustria Canavese
Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale