L’edificio è stato costruito tra il 1939 e il 1941 dagli architetti Figini e Pollini. Gli arredi interni sono stati progettati dall’Ufficio Tecnico interno della Olivetti, diretto in quegli anni dall’architetto Gian Antonio Bernasconi. L’edificio – oggi semi nascosto dalle siepi di bosso che lo proteggono verso l’esterno – è ancora usato per i servizi all’infanzia gestiti dal Comune di Ivrea. Accanto all’edificio centrale, sulla collinetta vicina, caratterizzata dalla presenza della diorite a vista e da una vegetazione mediterranea, si colloca l’area giochi dell’asilo, non percepibile dalla strada e raggiungibile attraverso una rampa che sale dal cortile interno dell’asilo: l’area risulta composta da un piccolo portico per il deposito dei giochi e per il riparo dalla pioggia, ora tamponato da porte di vetro scorrevoli, e da una pergola, una fontana, panchine e tavoli di pietra. Una piscina non profonda sul manto erboso completa l’area. L’edificio centrale è un volume elementare interamente in pietra, con muri a opus incertum e una trave di coronamento in calcestruzzo rivestito a lastre.
Denso di citazioni lecorbuseriane e debitore della riflessione sulle radici classiche dell’architettura moderna, l’asilo costituisce una tappa importante della ricerca dei due architetti milanesi: insieme al blocco delle Officine ICO e ai primi progetti per Ivrea città industriale, l’edificio entrerà ben presto nel circuito pubblicistico delle riviste che, come “Casabella-costruzioni”, promuovono il dibattito sull’architettura moderna e la costruzione di una società moderna e egualitaria.