“Ivrea Città Industriale del XX secolo” rappresenta, nel panorama italiano e mondiale, un modello atipico di città industriale moderna e si impone all’attenzione generale come risposta alternativa ai quesiti posti dal rapido evolversi dei processi di industrializzazione novecenteschi.
Diversi elementi concorrono alla sua costruzione: la presenza dell’Olivetti e l’azione di Adriano Olivetti che crea un terreno fertile di idee e di scambi con le culture del lavoro internazionali coeve; le riflessioni sulle ricadute della produzione sul territorio elaborate dai tayloristi sociali degli anni Trenta; le idee sulla città funzionale proposte nei primi Congressi Internazionali di Architettura Moderna; la proposta comunitaria elaborata da Olivetti nel secondo dopoguerra; la felice congiuntura economica che investe la fabbrica tra il 1954 e il 1958; l’introduzione di discipline come la psicologia e la sociologia applicate direttamente alla conoscenza e al miglioramento della produzione; l’introduzione di tecniche urbanistiche innovative nella pianificazione della città e del territorio e la visione della cultura come elemento di modernizzazione sociale.
Ivrea rappresenta, dunque, il possibile modello di sviluppo, fondato sulla collaborazione tra capitale e lavoro, tra lavoratori e imprese, alternativo a quello tradizionale. Tutto ciò si traduce in un ‘progetto realizzato’ dove le nuove relazioni industriali e le politiche sociali costituiscono i presupposti tanto delle opere di architettura moderna quanto dei piani urbanistici, che ridisegnano la città e il suo contesto territoriale.
Il complesso di edifici di straordinaria qualità che compone la città industriale di Ivrea costituisce tra le prime e più alte espressioni di una visione moderna dei rapporti produttivi in cui le funzioni sono individuate attraverso il filtro tanto delle riflessioni sul cittadino proposte dal Movimento Comunità quanto delle nuove relazioni industriali che l’Olivetti elabora.
Il Movimento Comunità, fondato a Ivrea nel 1947 sulla scorta delle riflessioni teoriche proposte da Adriano Olivetti e riguardante un nuovo ordinamento politico e amministrativo basato sulla Comunità, propone un modello economico caratterizzato da una visione collettiva delle relazioni tra lavoratori e comunità delle imprese, regolata da un’attenta attività di pianificazione, da un’attitudine dell’industria a riversare i benefici economici sul territorio, da un’innovativa politica dei servizi sociali e dall’affermazione del primato della cultura nelle azioni di modernizzazione sociale.