L’edificio, molto semplice, nasce su progetto di Eduardo Vittoria (1956-1959).
Posto su un podio per superare il dislivello della strada, l’edificio è composto di tre corpi di fabbrica, disposti a C intorno a una sorta di patio centrale sovrastato da una copertura trasparente di leggeri shed in ferro e vetro, in cui era collocata la centrale di controllo. I volumi sono sovrastati da fumaioli in lamiera di acciaio brunita, in corrispondenza delle tre caldaie tipo marina – oggi rimosse – che fornivano l’energia necessaria a tutto il complesso industriale. Ogni volume ospitava una specifica tipologia di macchinario utile alla produzione dell’energia ed era stato progettato tenendo conto dello spazio necessario alle movimentazioni interne e alla dissipazione del calore prodotto dagli impianti.
Dall’esterno, al pari di altri edifici tecnici per la produzione progettati da Vittoria a Ivrea e divenuti nel tempo utili modelli di progetto per l’Ufficio tecnico della Olivetti, l’edificio si caratterizza per la composizione di un volume leggero vetrato posto come base del complesso, sovrastato da un volume cieco.
La preziosità dei materiali di rivestimento usati, l’uso del colore, la messa a punto di sistemi modulari semplici, la presenza delle fioriere sono un utile vocabolario per comprendere la personale ricerca di Vittoria sui temi dell’architettura industriale, che a Ivrea porta a elaborazioni lontane dall’architettura funzionalista degli anni Venti. La centrale è stata attiva ininterrottamente dal 1959 al 2003, poi sostituita da un nuovo impianto di cogenerazione. Attualmente l’edificio, oggetto di una bonifica dall’amianto, è vuoto.